Acquista online il miglior Prosecco di Valdobbiadene su GheginOnline: qualità, convenienza e tradizione a portata di clic!

Trovati {{TotalRecords}} prodotti.

Nessun filtro selezionato
  • {{sel.caption}}: {{sel.filter.value}}   
  • {{fil.Caption}}

{{::product.Manufacturer}} 
{{::product.Name}}
{{::product.Model}}

  • {{key}}: {{value}}
{{product.Price | currency:"€"}}  {{product.Netto | currency:"€"}}

Gestione dei vigneti

Dal 2017 il Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata (SQNPI) è uno schema di certificazione volontario per tutti quei prodotti agricoli e agroalimentari ottenuti con tecniche di produzione integrata. Concepito dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nel 2014 e diventato ufficialmente operativo nel Gennaio 2016, il Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata (SQNPI) interessa la categoria Prodotto Agroalimentare e si applica a tutte le aziende del territorio nazionale italiano che utilizzano tecniche di produzione agricola integrata, in forma singola o in forma associata.

Riconosciuto a livello nazionale e comunitario (Reg. Ce 1974/2006) si pone l'obiettivo di valorizzare ed identificare le produzioni vegetali, ottenute in conformità ai disciplinari regionali di produzione agricola integrata come ad esempio QC, QV, Agriqualità, aggiungendo valore al prodotto nei confronti della GDO e del consumatore per quanto riguarda sicurezza, qualità e processi di coltivazione rispettosi dell’ambiente e della salute dell’uomo, ovvero Qualità Sostenibile.

Il SQNPI - Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata si pone come ulteriore obiettivo, una particolare attenzione al mantenimento della catena di tracciabilità. Le organizzazioni di trasformazione, coinvolte nelle supply chain, che vorranno lavorare in conformità al SQNPI, dovranno infatti utilizzare materie prime riconosciute dal SQNPI e dovranno garantirne non solo la rintracciabilità ma anche l’assenza di contaminazioni crociate.
Per quanto riguarda la gestione del vigneto tramite SQNPI si hanno delle limitazioni sull’uso di prodotti fitosanitari, c’è un controllo delle piante infestanti ma anche degli insetti dannosi per la pianta e molto importante il concetto di lavorazioni alterne sui filari cosi che la fauna e flora possa prosperare senza danneggiare l’ecosistema ed inoltre evitare il calpestamento del terreno con le trattrici.

 

Che cos'è il Prosecco?

Definire il prosecco non è così semplice, bisogna comprendere in primo luogo da dove trae origine il nome e quali sono le proprietà organolettiche che lo contraddistinguono e lo valorizzano tra le diverse tipologie di vino presenti sul mercato. Il termine “prosecco” comparve la prima volta all’interno del poemetto “il Roccolo” nel 1754, scritto da Valeriano Canati e ambientato in provincia di Vicenza, sebbene delle ricerche storiche abbiano affermato che il nome derivi dalla provincia triestina di Prosecco, da cui il vino sembra aver avuto origine.

Il Prosecco è un particolare vino bianco riconosciuto come DOC, denominazione di origine controllata ottenuta nel 2009, che viene realizzato nell’area geografica del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. Ciò che per l’appunto caratterizza questo prodotto di qualità è il vitigno, che inizialmente si sviluppò nel Goriziano per poi diffondersi anche nei territori di Venezia, di Vicenza e del Trevigiano. Agli inizi del XX però la produzione del prosecco si affievolì in diverse di queste zone, ampliando i suoi volumi di vendita esclusivamente nelle colline di Conegliano, Col San Martino, Asolo, Valdobbiadene e nella provincia di Treviso.
Soltanto negli anni  ‘90  il prosecco riuscì ad ottenere un successo su scala mondiale, con l’ottenimento della certificazione IGT, indicazione geografica protetta, con la quale fu venduto oltre confine. La sua produzione ebbe un boom tra il 2005 e il 2010, anche grazie al riconoscimento DOC, consentendo alle 8000 cantine e 269 case spumantistiche di immettere sul mercato mondiale circa 330 milioni di bottiglie all’anno per un giro di affari superiore ai tre miliardi di euro. A ciò si aggiunge anche l’ottenimento, per alcune storiche denominazioni del vino, del marchio di qualità DOCG, come ad esempio il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene. Tutti questi fattori contribuirono a far raggiungere e superare la vendita dello Champagne nel 2014.

 

Quali sono le caratteristiche del prosecco? Come viene prodotto?

 

 

Ciò che caratterizza il prosecco rispetto al vino bianco e il vitigno con cui viene realizzato; infatti, le uve Glera devono costituire almeno l’85% del prodotto, mentre nel restante 15% possono essere utilizzate anche altre tipologie di uve, come ad esempio lo chardonnay, il Pinot bianco, grigio e nero. Il colore che contraddistingue il prosecco è il giallo paglierino, e la freschezza sia all’olfatto che al gusto, ciò gli consente di essere abbinato a diverse pietanze, sia dolci che salate: solitamente viene accostato a dolci secchi o alla crema, ma ultimamente è di tendenza scegliere il prosecco per accompagnare anche degli aperitivi o degli antipasti di pesce.

Il prosecco può essere prodotto in quattro diverse tipologie: Prosecco, conosciuto anche come Prosecco tranquillo, che presenta una gradazione alcolica minima di 10,50% vol e può essere prodotto soltanto in variante secca; il prosecco spumante, con una gradazione alcolica minima di 11,00% vol, che può essere realizzato in variante brut, dry ed extra-dry;  il prosecco frizzante con una gradazione alcolica minima di 9%, che può essere realizzato soltanto in variante secca; ed infine dal 2020 è stato inserito nel disciplinare anche il prosecco Rosè, realizzato con uve Glera e Pinot nero.

Inizialmente il prosecco veniva prodotto solo nella tipologia tradizionale (tranquillo), soltanto dopo il 1950 le cantine hanno iniziato a realizzare il prosecco frizzante e il prosecco spumante attraverso due differenti metodi: il metodo Marinotti e il metodo classico. La sostanziale differenza tra questi due metodi di produzione del Prosecco risiede nel luogo in cui avviene la rifermentazione del vino, nel metodo Classico avviene nella bottiglia per un tempo medio lungo, mentre con il metodo Martinotti, conosciuto anche come metodo Charmat, la rifermentazione avviene autoclave, dei serbatoi chiusi a pressione e temperatura controllata.

 

Perché nella zona del Cartizze la qualità del prosecco è più elevata?

 

 


Un dato di fondamentale importanza fa comprendere la ricchezza dell’area geografica delle province venete, circa l’80% del prosecco viene prodotto nella zona dei comuni di Conegliano e di Valdobbiadene, tra cui l’eccellenza CRU del prosecco di Cartizze. Il restante 20% della produzione interessa invece le province del Friuli. In cima alla Piramide del Prosecco, che rappresenta le diverse denominazioni del prosecco in ordine di qualità, si trova proprio il Prosecco Superiore DOCG di Cartizze, prodotto in 107 ettari compresi tra le colline di Santo Stefano le frazioni di Saccol e San Pietro di Barbozza, appartenenti al comune di Valdobbiadene.

La Grand Cru del Prosecco si contraddistingue per una qualità unica, derivante dalle particolari condizioni climatiche dell’area geografica e dalla preziosità del terreno dove crescono le uve Glera: In particolare l’esposizione al sud, la ventilazione, la ricchezza di minerale di cui dispone il terreno e la particolare morfologia della vallata che favorisce il drenaggio delle acque.Una volta raggiunto il giusto equilibrio tra acidità e grado zuccherino le uve Glera e la vinificazione secondo disciplinare impone una resa più bassa rispetto alle altre zone di produzione, fattore che attesta la qualità del Prosecco Cartizze, caratterizzato da un gusto e un aroma unico.